Europa a doppio taglio
- Louis Petrella
- Feb 9, 2018
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Trovo del tutto corretto e giustificato che – in quanto italiano residente in Belgio, dunque all’interno dell’Unione Europea – mi vengano recapitate a casa le multe ricevute in Italia. Esiste persino una rete di Comuni europei ( http://www.emo.nivi.it/ ), che svolge un servizio internazionale di mutua assistenza tra i Comuni, in caso di violazioni del codice della strada da parte di una vettura con targa straniera. Cosicché i furbi, da qualsiasi Paese dell’UE vengano, riescono sempre di meno a farla franca.

Lo scorso anno sono stato multato dal Comune di Torino per aver attraversato due volte (una all’entrata e una all’uscita), sia pure inconsapevolmente, il confine della Zona a Traffico Limitato (ZTL): avendo affittato un appartamento nel centro storico, mi ci ero recato per scaricare la macchina, prima di portarla ad un parcheggio custodito a pagamento.
Non essendoci vigili a cui rivolgermi, ho proseguito verso l’indirizzo indicato sulla prenotazione, ma le telecamere hanno registrato il numero belga della mia targa e, dopo otto mesi, mi sono stati notificati al mio impronunciabile indirizzo di Gent i due verbali di contravvenzione, premurosamente e diligentemente tradotti in francese (nel caso non comprendessi l’italiano) e con le istruzioni dettagliate per il pagamento tramite bonifico bancario estero.
Due multe (entrata e uscita) da 100 euro l’una. Peró, avendo io fatto ricorso al Prefetto allegando la prenotazione nel centro storico (che necessitava l’accesso con l’auto), e avendo il Prefetto respinto il ricorso (senza ulteriori motivazioni) alla fine la multa è raddoppiata e la gita a Torino mi è costata 400 euro di solo trasporto urbano (parcheggio escluso). Ma solo perché abbiamo girato tutta la città a piedi.
Per carità, tutto corretto e tutto legale. Se siamo europeisti convinti, è giusto che vivere in un Paese piuttosto che in un altro dell’Unione non ci debba esimere dal pagamento di sanzioni, multe e tasse, quando queste sono legittime.
Vorrei però che questo riconoscimento fosse più reciproco, non solo a vantaggio delle istituzioni ma anche a vantaggio dei cittadini.
Qui a Gent mi è stato proposto più volte di insegnare l’italiano (in corsi serali per adulti) presso degli istituti scolastici che erano disperatamente alla ricerca di insegnanti madrelingua. Il profilo richiesto era di risiedere sul posto, essere di madrelingua italiana, avere esperienza di insegnamento ed essere laureati. Ottimo, un profilo che combaciava perfettamente col mio.

Peccato che, essendo madrelingua, avessi conseguito la laurea in Italia, al Politecnico di Milano. E, guarda caso, il diploma di laurea fosse redatto in italiano. Le scuole interessate, pubbliche in quanto gestite dalla provincia delle Fiandre Orientali, non potevano però assumermi senza il documento di “riconoscimento di equivalenza di un diploma straniero” (“gelijkwaardigheidserkenning van een buitenlands diploma”) con traduzione giurata dall’italiano al fiammingo del diploma di laurea, nonché una lista (anche questa tradotta e autenticata in fiammingo) di tutti gli esami sostenuti e il relativo riassunto del contenuto delle materie d’esame.
Io avevo ancora la fotocopia di un certificato di laurea, con tanto di marca da bollo da 700 lire e lista dei trenta esami sostenuti, rilasciato dal Politecnico nel marzo del 1988. Ma non bastava, mancava il contenuto di ciascun esame, da recuperare indietro di 30 anni andando a Milano e sperando nella disponibilità della segreteria del Politecnico. E comunque il tutto, includendo le traduzioni, avrebbe richiesto dei mesi e avrei potuto iniziare a insegnare giusto alla fine dell’anno scolastico. Ho rinunciato.
Dunque i Paesi europei si fidano l’un l’altro delle multe che rilasciano ai cittadini, traducendosele a vicenda. Ma non si fidano altrettanto degli esami e dei diplomi che gli riconoscono. E si aspettano che siano i cittadini stessi a darsi da fare per documentarsi e tradurseli.
Non lamentiamoci che la gente perda affezione per il progetto europeo. I doveri da assumersi come cittadini dell’Unione sono evidenti a tutti. Per i diritti e i vantaggi ai cittadini, dobbiamo fare ancora molta strada. E possibilmente senza incorrere in qualche multa...
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